In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».
(Mt 21,28-32)
Ha affermato il concilio Vaticano II:
"Nell’intimo della coscienza l’uomo scopre una legge che non è lui a darsi, ma alla quale deve obbedire. Questa voce, che lo chiama sempre ad amare, a fare il bene e a fuggire il male, al momento opportuno risuona nell’intimità del cuore: fa’ questo, evita quest’altro … La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli è solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità (Gaudium et spes 16)".
Cos’è dunque la coscienza? È la voce di Dio in ogni uomo creato a sua immagine e somiglianza (cf. Gen 1,26-27), capace di bene e di male. È per ogni persona il criterio ultimo e definitivo del proprio pensare, parlare e agire.
Nell’ebraico biblico non c’è un termine corrispettivo del nostro “coscienza”. Nella traduzione latina delle Scritture il termine conscientia appare 35 volte, di cui solo 3 nell’Antico e 32 nel Nuovo Testamento. I termini ebraici “conoscere” (jada‘) e “cuore” (leb), nonché quello greco syneídesis, confluiscono con la loro ricchezza semantica nel nostro concetto di “coscienza”...
All’Angelus si medita sulla nostra reazione rispetto a ciò che accade intorno a noi e che non riusciamo a spiegarci, soprattutto gli avvenimenti tragici che riguardano noi e il mondo, come ciò che sta accadendo proprio ora. Probabilmente “quando la cronaca nera ci opprime e ci sentiamo impotenti dinanzi al male, spesso viene da chiedersi: si tratta forse di un castigo di Dio? È Lui a mandare una guerra o una pandemia per punirci dei nostri peccati? E perché il Signore non interviene?” Questi interrogativi potrebbero farci perdere la lucidità e potremmo trovarci a dare la colpa a Dio. “Quante volte attribuiamo a Lui le nostre disgrazie, attribuiamo le sventure del mondo a Lui che, invece, ci lascia sempre liberi e dunque non interviene mai imponendosi, solo proponendosi; a Lui che non usa mai violenza e, anzi, soffre per noi e con noi!” Egli non ci punisce per i nostri peccati, non ci giudica, ma ci mostra misericordia in ogni occasione. A questo proposito lo stesso Gesù nel Vangelo ci invita a guardarci dentro poiché “è il peccato che produce la morte; sono i nostri egoismi a lacerare le relazioni; sono le nostre scelte sbagliate e violente a scatenare il male” e ci esorta alla conversione...
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Il Cantico dei Cantici: l'amore umano rivela l'amore di Dio per l'umanità
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